Shoshone: gli abitatori del grande Altipiano


La tribù Shoshone, spesso indicata anche con il nome di Shoshoni o gli «uomini del serpente», sono comprensivi di vari gruppi, i quali a loro volta si suddividono in bande. Originariamente gli Shoshoni occupavano la Grande Pianura o Grande Altipiano, e sembrano essere l'etnia indiana più antica attestata nel lo stato del Wyoming. Tutti i gruppi condividevano lingue Shoshoni simili, siccome risalgono a questo antico periodo le somiglianze con le tribù dei Comanche, dei Paiute e Ute.
Verso la metà del XVIII secolo, la tribù dei Piedi Neri, del Sangue, dei Piegan e dei Crow al Nord e dei Sioux, Cheyenne e Arapaho ad Est spinsero gli Shoshoni, attraverso sanguinose guerre, verso Sud Ovest.
I primi esploratori di queste terre selvagge - i cosiddetti «pionieri» - erano cacciatori d'oro e d'animali. La famosissima Sacagawea (pronunciato Sacagiuïa), donna della «etnia» Lemhi Shoshone, condusse Lewis e Clark attraverso tutto l'Ovest (il selvaggio West!) fino alle coste Orientali dell'Oceano Pacifico. Il contributo di questa coraggiosa donna indiana - forse fin troppo ignorato dalla storiografia europea - fu fondante per la nascita degli odierni Stati Uniti d'America.

Nel 1840, quando i coloni europei cominciarono ad insediarsi nella zona del Grande Altipiano e dello Snake River, erano presenti sette gruppi distinti di Shoshoni ma solamente pochi di loro erano ad Est del Continental Divide, infatti, le loro escursioni nella zona orientale erano limitate ai periodi di caccia al bufalo. Nella stessa decade il loro numero subì una forte falcidie a seguito delle epidemie di vaiolo - spesso fomentate dagli occidentali tramite doni di abiti, coperte o altri oggetti infetti.
Le radici della religione Shoshoni affondano nelle visioni, nei sogni e in un Creatoreà; i valori fondamentali sono l'autosufficienza, coraggio e la saggezza nell'affrontare i problemi più difficili con discernimento. Molte delle cerimonie Shoshoni si compongono di danze simili a quelle di «balli circolari attorno al fuoco» che i tanti film sui nativi americani ci hanno fatto conoscere. La più importante di queste danze, la Danza del Sole, resiste anche ai nostri giorni e viene effettuata ogni anno nei pressi del solstizio d'Estate.
Il pacifismo degli Shoshone venne interrotto quando i primi contadini mormoni cominciarono a sottrarre terre nello Utah settentrionale, riducendo quindi il territorio dell'etnia anche tramite metodi violenti. Nel 1862, il Grande Capo Cacciatore di Orsi decise di rispondere a tanta arroganza dell'uomo bianco, razziandone le greggi e attaccando le carovane minerarie dirette alla caccia all'oro nel Montana. Le aggressioni degli Shoshoni finirono il 29 Gennaio del 1863 con il Grande Massacro del Fiume dell'Orso. La mattina il colonnello Patrick Edward Connor condusse duecento volontari da Camp Douglas (situato vicino a Salt Lake) all'assalto del campo invernale del Grande Capo Cacciatore di Orsi. I volontari spararono indiscriminatamente nell'accampamento uccidendo duecentocinquanta Shoshoni tra cui donne e bambini, una cifra esorbitante confrontata con i soli ventitré morti subiti dalle truppe del colonnello. Poco dopo lo scontro - il quale terminò con la morte di Cacciatore di Orsi - il governo federale cominciò a fare pressione affinché gli Shoshoni si spostassero nelle riserve a loro dedicate in Idaho.
Ad oggi l'etnia shoshoni conta diecimila membri che principalmente vivono nelle - squallide - riserve situate in Wyoming, Idaho e Nevada la più grande delle quali si chiama Riserva di Wind River. Nonostante questa storia travagliata gli Shoshoni hanno mantenuto salde le loro tradizioni e buona parte delle loro «terre degli antenati».